I cani e le emozioni.
So perfettamente che scrivere queste righe mi renderà ancora meno popolare, sempre che questo sia possibile, ma da anni ho scelto di non esserlo. Non ho scelto di essere politico o commerciale e questo è dimostrato dalla mia vita, da come l'ho vissuta e da come continuo a viverla.
Sento spesso parlare di emozioni, sento descrivere i cani come felici, tristi, ecc.; attualmente, che vi piaccia o no, non esiste nulla di scientifico, nulla che dimostri inconfutabilmente che i cani provano emozioni, nulla che ci consenta inconfutabilmente di vederle, riconoscerle e catalogarle perché ci siano d’aiuto per capire e per relazionarci con il cane.
Quando si vive, nel caso di noi professionisti "si lavora", con un cane, si ha il dovere di calcolare i rischi di quello che si fa. Sarà il cane a pagare ogni nostro errore, i vantaggi non contano, perché si presume che facciamo questo lavoro perché amiamo i cani.
Quindi, a mio parere, parlare e divulgare qualsiasi cosa si basi su concetti quali empatia, sensibilità, ecc. è comodo ma non è professionale ed è assolutamente scorretto, perché muovendosi in questo ambito si può giustificare tutto e nascondercisi bene dentro.
Cosa s’intende per empatia? Come faccio io a spiegare ad un altro essere umano la tecnica per essere empatico, quanta presunzione c'è nascosta in questo, mica sono Dio!
Se agisco su un terreno così effimero come calcolo poi i rischi e prevengo gli errori? A meno che non mi ritenga a prova d’errore, quindi onnipotente!
Io sono uno dei pochi professionisti che racconta anche gli insuccessi, senza alibi, senza scuse, senza addossare responsabilità ai cani o ai proprietari, perché di ogni sbaglio porto il peso ogni giorno e ciascun cane che mi si presenta davanti è là a ricordarmelo. Affronto ogni nuovo cane conscio che il cane precedente ha contribuito a migliorargli la vita, insegnando a me qualcosa di nuovo e prezioso da utilizzare.
Ho trascorso anni trascurando facili guadagni, chiuso in un campo a lottare con vecchie convinzioni e comodi luoghi comuni per creare qualcosa di mio, una mia regia di apprendimento: nessun cane deve ancora vivere ciò che in quegli anni altri cani hanno subito. Ora ci sono riuscito!
Lo so, è facile conquistare l’utente parlando di emozioni. Chi possiede un cane e si rivolge in fiducia ad un professionista è spinto dalla passione o dalla preoccupazione per la situazione che sta vivendo, è solitamente indifeso, non consapevole e non ha le conoscenze che potrebbero aiutarlo a comprendere ciò che viene fatto al proprio cane.
In questi ultimi anni molti si sono buttati in questo mercato, 1-2 stage e poi via a fare danni, senza scrupoli, senza pensare, in nome dell'amore per i cani, quell'amore che tradiscono ogni volta che, impreparati, sperimentano su di loro. Ho sentito di castrazioni, è dimostrato che non servono a nulla, ma a volte ammettere la verità fa male. Anche di fronte a situazioni che non ci convincono, di fronte a lavorazioni che non portano a nessun risultato degno di questo nome si preferisce lasciar perdere per non venire esclusi da un gruppo o perchè la pressione psicologica del gruppo stesso ci convince che tutto sta andando per il meglio; mettere in discussione qualcuno o noi stessi è difficile ma andrebbe fatto in nome dell'amore che ognuno di noi dice di dare al proprio cane.
Io amo il confronto, ognuno dei miei "allievi" è libero di fare sempre domande e di andare a conoscere nuove realtà, non dico sia giusto, ma è ciò che faccio.
Quindi parlare di emozioni ad oggi è dire nulla, basare un percorso di recupero o educativo sul nulla, e di conseguenza, ovviamente, i margini di errore sono maggiori.
Nessuno di voi vorrebbe che il chirurgo che vi opera o il medico che vi cura sia amante delle emozioni o empatico, principalmente lo volete preparato ed efficiente, perché per il vostro cane non volete la stessa cosa?
Personalmente credo che i cani provino emozioni, ma questo è un mio pensiero, che non applico mai sui cani che recupero e che addestro. In segno di rispetto applico un sistema oggettivo, che ogni cane contribuisce a cambiare, arricchire, evolvere, perché sia il più perfetto possibile, il più preciso possibile e l'unica emozione che considero è quella che provo nel guardare gli occhi del cane davanti a me, quando torna a scodinzolare e a fidarsi di un uomo, o a vivere con meno paure.
Lo guardo in attesa del prossimo cane, con la speranza di farcela e la paura di fallire, perché il nostro lavoro in fondo è racchiuso qui.
Vi lascio con un esempio per me significativo. Se entrate in un bar e vedete una persona piangere, siete in grado, guardandola, di capire se ha vinto al superenalotto o ha perso tutto? Per avere la matematica certezza dobbiamo chiederlo. Capita spesso anche a me di vedere qualcuno piangere e non capirne il perché e si parla di con specifici, che a differenza del cane possiedono la parola. Non credo che tutto questo sia banale, esistono corsi di PNL (Programmazione neuro linguistica) basati sulla comunicazione gestuale, ma non si parla di emozioni, bensì di parametri fissi in base a come il messaggio sta arrivando, se sgradevole o meno. Ancora oggi c'è chi dice che questi corsi non siano totalmente esatti. Quindi parlare di un cane e dire che siamo capaci di capire e catalogare le emozioni è fantascientifico e la fantascienza non è scienza.
Penserete che sono un gelido calcolatore, ma in vent'anni di cinofilia ho visto troppi cani tristi, con gli occhi velati da una malinconia che ti strappa l'anima. Ho visto cani ringhiare e in quel ringhio nascondere la delusione nei confronti dell'uomo e paura. Ecco perché ogni giorno cerco di dare il massimo per migliorare la qualità di vita di questi animali: in fondo amarli è fare proprio questo!
Ora voi mi direte: parli di cani tristi, rassegnati; come ho già detto anche io penso che i cani provino emozioni, ma visto che a oggi non si può dimostrare, lo dimentico volutamente quando inizio a lavorare con loro, perché la mia regia di apprendimento sia reale, concreta e quindi possibilmente il più precisa possibile, senza essere forviato da quello che penso loro stiano provando emotivamente.
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