Leader
Da un po’ di anni mi sento chiamare così, non ho idea del perché e obiettivamente non ho fatto nulla per far sì che ciò accadesse, l’unica cosa che odio è quando mi chiamano per cognome, ma semplicemente per la mia vita trascorsa.
Vi è una netta differenza tra leader e despota: il leader viene scelto, non s’impone mai, è una guida, colui che indica la strada, io ne ho creata una mia perché insoddisfatto dalla vecchia. Ho cercato in essa di racchiudere i valori in cui credo e che mia madre mi ha trasmesso: rispetto, coerenza, trasparenza e onestà. Questa strada ora tratta di cani, ma l’avrei cercata anche se avessi fatto l’elettricista.
Non sono mai sceso a facili compromessi e non sono mai andato alla ricerca di scorciatoie: ancora pago per queste scelte, non per gli altri ma per me stesso, mi sembrava giusto e logico comportarmi così.
I cani, parliamo di loro: per anni sono stato uno tra i tanti, usavo il sistema che tutti usavano, poi quasi per caso, come spesso accade, una frase, una domanda di una persona e ti accorgi che qualcosa è sbagliato, almeno per te. Inizi a ricordarti da dove eri partito e cosa volevi fare, ma soprattutto cosa i cani rappresentassero. Così decisi di cambiare strada, di crearne una mia, non per essere un leader, ma perchè la vecchia mi faceva stare male. Mi sono trovato solo con un cane Quasar, demolito, ma con un grande cuore; un amico Luca che faceva il fabbro e di cani non ci capiva una mazza, ma aveva tanta passione ed è una persona vera che crede nell’amicizia.
Tanto tempo è passato da allora, tra risate di chi non capiva e ci condannava; fallimenti, delusioni ma anche successi, sorrisi complici, chiacchierate infinite a cercare di capire. Oggi quel sistema è una realtà, tratto cani che altri rifiutano perché demoliti e li riporto a fare sport; cani che gli altri consigliano di abbattere o non recuperano perché mordaci e pericolosi. In ogni cane rivedo l’anno con Paul, un prato, Luca a sudare ed io. Torna alla mente ciò che ho fatto, ad ogni cane cerco di dare una chance che io, invece, ho dovuto sudarmi. Molta gente vuole imparare e capire meglio come lavoro, altri mi chiamano solo per la soluzione di qualche problema: un riporto lento, un lascia che non va, ecc. Nel mio piccolo cerco di spiegare quello che ho costruito, ciò che si vuole trasmettere deve essere riproducibile, altrimenti finisce con l’essere “aria fritta” e le spese le pagano i cani.
Tutti coloro che seguono i miei corsi e lavorano con me possono, in ogni momento, scegliere strade diverse e andare a vedere altri professionisti, al loro ritorno saranno ben accetti. Ognuno di noi è libero, perchè la filosofia del mio sistema, IL RINFORZO, è basato sulla SCELTA.
Vengo etichettato come tiranno solamente perché le persone non sanno cosa ho fatto, ma soprattutto come sono: le uniche creature per cui voglio essere una guida sono i miei cani.
Certo il mio lavoro mi porta continuamente a prendere decisioni, scelte, rischi e ne pago sempre le conseguenze; lo faccio per questi splendidi animali, per i proprietari che ad ogni successo, increduli, tornano a vivere il proprio cane, con l’ l’illusione che parte di quella ritrovata felicità sia anche un po’ merito mio; lo faccio perché questo mi arricchisce e mi fa stare bene.
Non mi interessa essere un leader, ma solo rimanere me stesso, scomodo, diretto, poco popolare e ancor meno commerciale, un po’ per temperamento, un po’ per l’educazione ricevuta. Dovrei ammorbidire alcuni lati del mio carattere e ci sto lavorando, il resto francamente non mi interessa! Ora, se vi fa piacere chiamatemi pure leader, despota, o come volete. A me non cambia la vita.
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